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3 curiosità sulla storia della Tenuta San Rossore!

In epoca romana, i territori che oggi conosciamo come Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli costituivano la cosiddetta Selva Palatina, una palude coperta da fitti boschi. Solo dopo il 1000 iniziò a prendere vita grazie alla costruzione di diversi monasteri, tra cui proprio quello di San Rossore. 

Ecco allora 3 curiosità sulla storia della Tenuta San Rossore. 

  1. Il nome

San Rossore (Ruxorius) è il nome che la popolazione usava per indicare il martire San Lussorio (Luxorius). Il suo nome è stato ritrovato in diversi manoscritti pisani che ne raccontano il martirio. Lussorio era un funzionario cristiano ucciso sotto Diocleziano che lo fece decapitare nel 604. 

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Tra il 1080 e il 1088 i pisani portarono le reliquie di San Lussorio dalla Sardegna fino a Pisa dove vennero conservate in un monastero a lui dedicato nei pressi di San Rossore.

Oggi il monastero non esiste più, ma il busto reliquiario in bronzo dorato, attribuito a Donatello, in cui era custodito il corpo, si trova al Museo di San Matteo a Pisa.

  1. Dimora di figure illustri 

Primi fra tutti i Medici, Granduchi di Toscana che cominciarono a sfruttare le terre per attività di pascolo, agricoltura, approvvigionamento di legna e caccia. 

Con l’unità d’italia la Tenuta divenne proprietà dei Savoia, che la chiusero al pubblico e la sfruttarono come residenza estiva e di caccia. 

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Con la caduta della monarchia, la tenuta continuò a ospitare la comunità contadina che si era formata e diventò proprietà della Presidenza della Repubblica.

  1. I dromedari, sì hai letto bene!

Nel 1622 il Granduca Ferdinando II de’ Medici diede vita all’unico allevamento di dromedari in Europa. Era convinto che il clima mite di San Rossore sarebbe stato perfetto, e non si sbagliava: inizialmente, gli animali, furono esibiti come simbolo del potere dei Medici, successivamente, invece, vennero impiegati nell’agricoltura e nel trasporto di materiali pesanti come il legno.

La carestia causata dalla Seconda Guerra Mondiale decimò l’allevamento, l’ultimo sopravvissuto morì nel 1976.

Per volere del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi tentarono di reintrodurli, ma senza risultato. Nel 2014, però, gli scout hanno donato tre esemplari e i dromedari sono tornati a popolare la Tenuta!

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